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La scelta della maternità

La scelta della maternità 


Non è cosa semplice per un uomo esprimere un giudizio sulla scelta di una donna  di essere madre.

La figura maschile ha infatti, riguardo alla procreazione,per motivi, esclusivamente, biologici, un ruolo marginale. Fa, male, dirlo e scriverlo ma è questo un fatto ineluttabile.


Ma non è questo il punto, il fattore uomo non è un optional,  una possibilità, è un elemento indispensabile ai fini di una prospettiva di una vita vissuta attraverso i sentimenti.


È infatti un errore scindere la scelta di avere un figlio da un legame affettivo che deve, invece, rappresentare il presupposto sul quale poter costruire il futuro di un nucleo familiare.


Questo non vuol dire che una donna, indipendentemente da qualsiasi implicazione sentimentale,  possa decidere di vivere la propria maternità autonomamente.


La nascita di un bambino nell'ambito di una famiglia rappresenta, infatti, il culmine di un ciclo, che vede nella procreazione il suo naturale obiettivo.


Molti sono gli aspetti che contribuiscono a dare a questo evento un valore aggiunto ed appartengono al senso che si dà alla vita stessa nel suo valore assoluto. Dare vita è un atto d'amore, è una proiezione verso quel senso d'infinito che accompagna il cammino di ogni essere umano.

La nascita è un evento straordinario è  la vita che "ritorna", che si propone in tutta la sua bellezza  nel suo contenuto più ampio.


Per questo, affinché, questo percorso si completi è necessario che vi sia una volontà di una donna ed un uomo che decidono, con lo stesso slancio e con la medesima consapevolezza  di dare alla luce un figlio.


Privarsi di questa esperienza vuol dire limitare la propria esistenza  rinunciare ad un "evento" che segna, inconfondibilmente, l'esperienza umana.


È un fatto d'amore, non di altro; "regalare" la propria vita ad un figlio che a sua volta potrà vivere e provare il significato dell'esperienza umana, è questo il senso.


Perché privarsi a priori di questa possibilità? Perché non offrire questa opportunità? 

Vivere vuol dire amare, sperare, sognare ed anche soffrire; ma qual’è l'uomo, o donna che dir si voglia, disposto a rinunciare, a priori, a tutto questo? Noi avremmo rinunciato alla nostra vita se avessimo potuto scegliere se nascere o meno?


Un figlio è la prospettiva di un futuro che si rinnova e forse in grado di costruire un mondo migliore di quello che conosciamo e non siamo stati capaci di migliorare.

È un atto di generosità, di altruismo e di speranza.


Di seguito questa poesia scritta in occasione della nascita di mio figlio


Esserti padre 


Esserti in quei tuoi grandi occhi

tali da entrarci l'universo 

esserti

in questa nicchia di terra così ricca 

delle tue radici


viverti nei giorni e frugarne piano il respiro il battito 


scandirne  il tempo


esserti e  crescerti 

ascoltare i tuoi silenzi e dargli la mia voce


esserti presente e spiegarti

spiegarmi


spiegarci un giorno della Storia 

e di noi stessi


e scriverti in queste righe

di questo amore che va ben oltre la mia patria potestà 


che mi autorizza a dire

di esserti padre





 
 
 

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