Festa della mamma - Un contributo per questa importante ricorrenza
- pagineedaltro
- 12 mag 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 21 mag 2024
Cara mamna non so se ricordi la scrivania dello studio.
Ci sono alcune fotografie dove siete tu e papà. Mi capita spesso di fermarmi lì e parlare con te.
Ieri, mi sono seduto per cercarne altre che facessero riferimento a questa ricorrenza senza, però trovarle.
Ho avuto modo comunque di riordinarle e di ricostruire attraverso quelle immagini il nostro passato.
Ricordo quei tempi come un momento di grande serenità. Erano gli anni della ricostruzione c'era fiducia nelle istituzioni e si respirava una gran voglia di fare ed un ostentato ottimismo.
La ricorrenza veniva vissuta in modo semplice come tante altre Domeniche.
Erano i primi anni sessanta e papà ci portava con lui a comprare i fiori per te. Te li portavamo poi tutto andava nel solito modo.
Come ricorderai la Domenica andavamo in chiesa, o meglio all'oratorio; giocavamo a calcio, ruba bandiera, caccia al tesoro, ping pong e biliardino. Dopo andavamo a messa e se padre Guido (il Parroco) si accorgeva che non c'eravamo ci prendeva a scappellotti. Il pomeriggio c'era il film nella sala parrocchiale con tanto di tifo del pubblico (spettacolo nello spettacolo). Il buono vinceva sempre!
Prima di essere un discorso di fede era in fatto di civiltà e di educazione. Altri tempi!
Non è per fare paragoni ma si commenta da sé.
Quando si tornava a casa, dopo la messa, si mangiavano le tagliatelle fatte in casa ed il pollo al forno con le patate. Qualche volta c'era anche il dolce. Era il giorno della festa.
Papà durante il pranzo ci faceva lezioni di Storia ed ogni volta ci ricordava la costituzione. Ci diceva che con l'impegno ed il nostro lavoro saremmo stati felici!
Mi pare che in quegli anni Aldo Moro fosse il capo del governo ed il Segretario del maggior partito di opposizione (PCI) era Palmiro Togliatti. L'Italia era un Paese uscito dalla guerra che cercava di ritrovare la sua identità ed aveva trovato un'anima. L'ha avuta fino alla morte di Moro ed al fallimento del compromesso storico.
Tra le altre cose papà parlava di J. F. Kennedy che ancora giovanissimo, vinse le elezioni e divenne Presidente degli Stati Uniti d'America. Il suo programma auspicava una nuova "frontiera" per la società proponendosi di combattere la segregazione razziale e di eliminare la miseria nel mondo e la sperequazione economica. Oggi si costruiscono muri alti come grattacieli ed in pratica si fa il contrario.
A quei tempi a scuola ci facevano cantare una canzoncina che ancora ricordo che diceva "E' la "Cesare Battisti" questa nostra bella scuola che ci invita la Patria ad amar!" Inutile confrontare con il presente.
Papà era anche un appassionato di ciclismo e di calcio e ci raccontava le gesta di Coppi e Bartali. Coppi morì ancora giovane, mi pare nel 60, ma l'eco delle sue gesta era ancora vivo e si vedevano ancora le scritte sui muri "Viva Coppi e Bartali"; due uomini che hanno reso celebre il Paese. Avevo meno di 10 anni quando andavo a dormire la sera ricordavo le loro imprese e le parole di Mario Ferretti (giornalista della RAI) "C'è un uomo solo al comando: "E Fausto Coppi." Mi commuovevo poi mi addormentavo.
Allora le partite si sentivano alla radio "Tutto il calcio minuto per minuto" non si vedevano, ma si immaginavano; erano bellissime! Radiocronista Enrico Ameri. Uno spettacolo da "ascoltare".
Queste sono le considerazioni che ho fatto ripensando a quei tempi ormai lontani in cui si respirava serenità e speranza e che ricordo con nostalgia.
Quello in cui viviamo non è certamente un mondo migliore, anzi direi il contrario. Non c'è più ne futuro, né speranza e quegli ideali sono stati dimenticati da tutti.
Oggi c'è ancora la guerra (non come quella che conoscevi tu) e dei tanti ideali non è rimasto nulla. Si muore quasi per caso.
La libertà si annusa ma non c'è; però è possibile comprarla nei supemercati anche di Domenica, oppure trovarla nei giochi degli smartphone.
Per quanto riguarda la mia vita mi sono costruito da tempo un nido sul nostro albero perché da' lassù posso vedere il sole sorgere e tramontare. Qualcuno dice che sono matto o malato, ma non ci bado. E poi vedo gli uccelli passare e mi ricordo di quando mi dicevi che ti sarebbe piacicheuto volare.
Vista dall'alto la terra sembra più "pulita" di quanto non lo sia realmente per questo ho scelto questa soluzione.
Tra l'altro sono a metà strada tra il cielo ed il paradiso e forse quando avrò finito questo mio breve tempo potrò venire a salutarti, ma non mi merito il paradiso e non potrò fermarmi.
È con questa speranza che ti saluto!
Spero che il destino possa riservare ai nostri figli un futuro migliore.
Ti abbraccio
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