Stefano Palmieri nasce a Roma il 2 gennaio 1956, ovvero nell’immediato dopoguerra, da una famiglia di operai che, come molte altre, aveva il desiderio di contribuire alla rinascita del Paese.
Dall’esempio dei genitori, impegnati ad affrontare la difficile quotidianità post-bellica, nacquero probabilmente la sua passione e il suo impegno nel tentare di contribuire, con la fantasia del bambino, a costruire un mondo migliore, iniziando, sin dalla prima infanzia ad inventare storie e filastrocche con la sua maestra. Addirittura la necessità impellente di appuntare ovunque le sue strofe, lo induce ad usare i mobili ed i muri di casa come un grande foglio bianco su cui trascrivere le emozioni che gli trasmette il mondo circostante.
Ma sono soprattutto le sue prime letture giovanili del genere fantastico, avventuroso nate dalle menti dei grandi romanzieri contemporanei come Emilio Salgari, Edmondo de Amicis, Giulio Verne, Alexandre Dumas, Robert Louis Stevenson e molti altri che danno alla sua passione modo di esprimersi e realizzarsi.
Infatti, il primo approccio con questa realtà fino ad allora sconosciuta rappresenta per lui una scoperta che gli permette di conoscere altri mondi, nuovi e mai esplorati.
E’ così che, attraverso la fantasia del narratore, riesce a percepire con la sua immaginazione quel mondo che altrimenti non avrebbe mai potuto scoprire.
Col crescere mutarono man, mano i suoi interessi e le sue attenzioni che lo indirizzano verso una letteratura più classica.
È così che, evidentemente stimolato dalle tante storie apprese ed affascinato dalla possibilità di esprimere quel mondo interiore che cresce dentro di lui , nascono le sue prime poesie. Forse inizialmente solo pensieri, idee, frasi appuntate ovunque, poi man, mano versi dai quali prendono vita i suoi primi componimenti poetici.
Già da queste prime esperienze la sua poesia si esprime in modo diretto evidenziando una lirica espositiva capace di rendere partecipe alle proprie emozioni qualsiasi lettore.
Le sue scelte scolastiche dettate dalle necessità familiari che prediligono una formazione di tipo tecnico amministrativo non gli consentono, però, di scegliere il percorso di studi più adeguato alle sue aspettative.
Tutto questo non gli impedisce, comunque di approfondire i suoi interessi, proprio, nel campo della letteratura rivolgendo la sua attenzione ai grandi classici della letteratura italiana. Determinante in questo senso è lo studio della “Divina Commedia” e delle grandi opere epiche come “L'Iliade” e “L'odissea”. nonché la lettura della narrativa contemporanea a partire da Manzoni per passare a Foscolo, Verga, Italo Svevo, Pirandello e Leopardi, Montale, Ungaretti, Saba, Caproni e Pavese senza citarne altri forse meno noti, ma che hanno contribuito a completare la sua formazione.
Continua a coltivare la sua passione per i versi anche durante il periodo di leva, durante il quale riesce a trattare anche in modo ironico, le storie dei suoi compagni di naja: una poesia dedicata ad un suo commilitone, successivamente scomparso, è emblematica del suo raccontare ed enfatizzare il rapporto fra le emozioni del ragazzo prima e dell’uomo poi, con la realtà tangibile.
Molte delle sue liriche richiamano i periodi di tempo passati in campagna, facendo emergere il rapporto di amore ed odio nei confronti di Roma, rispetto alla quale però mantiene e matura negli anni un senso di profonda ammirazione e soprattutto di rammarico per la trasformazione in metropoli, con un presente troppo distante e diverso dalla città che aveva imparato a conoscere in gioventù.
E’ probabilmente da questo stato d’animo che è nata la poesia “Roma è na’ vecchia signora” con la quale partecipa al premio internazionale “Albero Andronico” edizione 2017 , sezione poesia dialettale, classificandosi al VI posto.
Oggi, come ieri, continua a raccontare attraverso i suoi versi la sua vita ed il suo mondo, cercando di esprimere i propri convincimenti sui valori che costituiscono le fondamenta di ogni essere umano e che dovrebbero rappresentare i cardini di ogni società civile.
È da questa lunga esperienza che nasce 20 anni fa la sua raccolta di poesie “Cinquant'anni di versi” nella quale sono riportate le liriche che hanno accompagnato tutto il corso della sua vita.
Cinquant'anni di versi
Stefano Palmieri nasce a Roma il 2 gennaio 1956, ovvero nell’immediato dopoguerra, da una famiglia di operai che, come molte altre, aveva il desiderio di contribuire alla rinascita del Paese.
Dall’esempio dei genitori, impegnati ad affrontare la difficile quotidianità post-bellica, nacquero probabilmente la sua passione e il suo impegno nel tentare di contribuire, con la fantasia del bambino, a costruire un mondo migliore, iniziando, sin dalla prima infanzia ad inventare storie e filastrocche con la sua maestra. Addirittura la necessità impellente di appuntare ovunque le sue strofe, lo induce ad usare i mobili ed i muri di casa come un grande foglio bianco su cui trascrivere le emozioni che gli trasmette il mondo circostante.
Ma sono soprattutto le sue prime letture giovanili del genere fantastico, avventuroso nate dalle menti dei grandi romanzieri contemporanei come Emilio Salgari, Edmondo de Amicis, Giulio Verne, Alexandre Dumas, Robert Louis Stevenson e molti altri che danno alla sua passione modo di esprimersi e realizzarsi.
Infatti, il primo approccio con questa realtà fino ad allora sconosciuta rappresenta per lui una scoperta che gli permette di conoscere altri mondi, nuovi e mai esplorati.
E’ così che, attraverso la fantasia del narratore, riesce a percepire con la sua immaginazione quel mondo che altrimenti non avrebbe mai potuto scoprire.
Col crescere mutarono man, mano i suoi interessi e le sue attenzioni che lo indirizzano verso una letteratura più classica.
È così che, evidentemente stimolato dalle tante storie apprese ed affascinato dalla possibilità di esprimere quel mondo interiore che cresce dentro di lui , nascono le sue prime poesie. Forse inizialmente solo pensieri, idee, frasi appuntate ovunque, poi man, mano versi dai quali prendono vita i suoi primi componimenti poetici.
Già da queste prime esperienze la sua poesia si esprime in modo diretto evidenziando una lirica espositiva capace di rendere partecipe alle proprie emozioni qualsiasi lettore.
Le sue scelte scolastiche dettate dalle necessità familiari che prediligono una formazione di tipo tecnico amministrativo non gli consentono, però, di scegliere il percorso di studi più adeguato alle sue aspettative.
Tutto questo non gli impedisce, comunque di approfondire i suoi interessi, proprio, nel campo della letteratura rivolgendo la sua attenzione ai grandi classici della letteratura italiana. Determinante in questo senso è lo studio della “Divina Commedia” e delle grandi opere epiche come “L'Iliade” e “L'odissea”. nonché la lettura della narrativa contemporanea a partire da Manzoni per passare a Foscolo, Verga, Italo Svevo, Pirandello e Leopardi, Montale, Ungaretti, Saba, Caproni e Pavese senza citarne altri forse meno noti, ma che hanno contribuito a completare la sua formazione.
Continua a coltivare la sua passione per i versi anche durante il periodo di leva, durante il quale riesce a trattare anche in modo ironico, le storie dei suoi compagni di naja: una poesia dedicata ad un suo commilitone, successivamente scomparso, è emblematica del suo raccontare ed enfatizzare il rapporto fra le emozioni del ragazzo prima e dell’uomo poi, con la realtà tangibile.
Molte delle sue liriche richiamano i periodi di tempo passati in campagna, facendo emergere il rapporto di amore ed odio nei confronti di Roma, rispetto alla quale però mantiene e matura negli anni un senso di profonda ammirazione e soprattutto di rammarico per la trasformazione in metropoli, con un presente troppo distante e diverso dalla città che aveva imparato a conoscere in gioventù.
E’ probabilmente da questo stato d’animo che è nata la poesia “Roma è na’ vecchia signora” con la quale partecipa al premio internazionale “Albero Andronico” edizione 2017 , sezione poesia dialettale, classificandosi al VI posto.
Oggi, come ieri, continua a raccontare attraverso i suoi versi la sua vita ed il suo mondo, cercando di esprimere i propri convincimenti sui valori che costituiscono le fondamenta di ogni essere umano e che dovrebbero rappresentare i cardini di ogni società civile.
È da questa lunga esperienza che nasce 20 anni fa la sua raccolta di poesie “Cinquant'anni di versi” nella quale sono riportate le liriche che hanno accompagnato tutto il corso della sua vita.